Romanticismo e Risorgimento italiano by Mancini Mattia - Illustrated by I.T.E-Severi San-Giovanni-Valdarno - Ourboox.com
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Romanticismo e Risorgimento italiano

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Artwork: I.T.E-Severi San-Giovanni-Valdarno

  • Joined Apr 2020
  • Published Books 2

Un romantico Risorgimento: “il periodo storico”

 

Tutto iniziò dopo il crollo dell’ egemonia napoleonica in Europa nei primi anni del XIX secolo. Con il congresso di Vienna, dove nacque il periodo della Restaurazione, l’Italia tornò alla precedente situazione, cioè un paese diviso e sotto il controllo dell’Austria.  Ma il regime di Napoleone aveva gettato i semi per una nuova realtà che aveva nel pensiero dell’unità il suo nucleo centrale. L’idea della libertà aveva conquistato i cuori e le menti sia degli artisti che dei politici che volevano rendersi indipendenti dall’Austria. Queste idee vennero espresse nel movimento romantico che prese forma, forza e consistenza letteraria e politica nei primi decenni, estendendosi fin verso la metà del secolo. 

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Per sfuggire al rigido regime repressivo i patriottici italiani si riunirono in società segrete,la più importante delle quali fu la Carboneria che però non riuscì coinvolgere le classi popolari.

Con i moti del ‘20 e ‘21 le società segrete italiane organizzarono una serie di insurrezioni per ottenere cambiamenti politici e l’adozione di costituzioni, anche se non arrivando quasi mai però ad ipotizzare un’Italia unita. Però fu proprio il fallimento di questi moti ad ispirare le prime fasi del Risorgimento: l’unità e l’indipendenza della nazione italiana. Inoltre importante fu anche la Giovine Italia fondata da Giuseppe Mazzini, anche se tutti i moti rivoluzionari che nacquero dopo quelli del 20-21, si rivelarono anche essi un fallimento. Fino a che nel 1861 i Savoia, con l’aiuto dei francesi, sconfiggeranno gli Austriaci e unificheranno l’Italia.

 

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Romanticismo e Risorgimento

 

Il Romanticismo è una corrente culturale che si afferma in Europa tra la fine del Settecento e l’inizio dell’Ottocento. L’età del Romanticismo coincide con gli anni in cui la borghesia si afferma come classe dirigente e toglie il potere ai nobili. Si presenta come un movimento anti-illuminista e anti-classicista. Infatti, sul piano filosofico contrappone al sensismo l’idealismo; sul piano religioso propone il ritorno al Cristianesimo; sul piano politico respinge il cosmopolitismo in nome dell’esaltazione dei valori nazionali; mentre sul piano artistico contrappone all’equilibrio del Neoclassicismo e al razionalismo illuministico una nuova sensibilità volta a valorizzare i sentimenti, la passione.

Questo movimento in Italia nacque durante il Congresso di Vienna, che fu deludente soprattutto per l’Italia che vide frantumate tutte le possibilità di diventare una nazione unita, e durò fino al 1861. Tuttavia l’Italia accolse molto bene il Romanticismo, soprattutto perché non dimenticò mai la sua tradizione letteraria, anche se si crearono due correnti: i Classicisti e i Romantici.

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In Italia il Romanticismo e il Risorgimento costituiscono una combinazione inseparabile. Infatti l’aggettivo “romantico” è praticamente sinonimo di “patriottico”. Il rapporto tra Romanticismo e Risorgimento lo possiamo vedere sul piano sociale, in quanto il Romanticismo fu essenzialmente la cultura letteraria della classe borghese che aspirava ad un’Italia unita, ma anche sul piano letterario e politico come la lotta per l’indipendenza. Il Risorgimento fa in modo che gli scrittori romantici italiani, come Manzoni e Berchet, vedano nella letteratura uno strumento di battaglia politica e sociale. Questa convinzione è presente negli intellettuali che fondano Il Conciliatore, uno dei capo-redattore fu Silvio Pellico*. Il Conciliatore è un giornale che venne pubblicato a Milano tra il 1818 e il ’19.

*Pellico nacque a Saluzzo il 25 giugno 1789. Dopo aver studiato a Pinerolo ed a Torino, andò a Lione per fare pratica nel settore commerciale; rientrato in Italia nel 1809, si stabilì a Milano. Qui conobbe Monti ed Foscolo e cominciò a scrivere specialmente per il teatro, creando tragedie. Fu per qualche tempo direttore del Conciliatore. Aderì alla carboneria milanese e per questo motivo, scoperti dagli austriaci, venne arrestato il 13 ottobre 1820: condannato a morte, la sentenza fu ridotta a 15 anni. Nel 1830 uscì anticipatamente dal carcere e, tornato in Italia, andò a Torino e si ritirò dalla politica. Non dimenticò l’esperienza carceraria e scrisse “Le mie prigioni” , la sua opera più importante. Morì a Torino nel 1854.

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Classicisti e romantici

 

In questi anni nacque un dibattito tra classicisti e romantici quando Madame de Stäel pubblicò un articolo nel quale diceva che l’Italia aveva bisogno di un cambiamento. La polemica classico-romantica fu condotta sulle riviste letterarie, “La biblioteca italiana” per i classicisti e “il Conciliatore” per i romantici. Questo dibattito vide schierati da una parte Pietro Giordani come difensore dei classicisti, mentre dall’altra autori come Ludovico di Breme e Berchet difendevano i romantici. Giordani restava convinto dei principi classicisti ed affermava che gli intellettuali devo studiare e ritrovare nei classici latini e greci una nuova forza creativa. Mentre Di Breme affermava che l’articolo di Madame de Stäel non intendeva sminuire l’importanza e la qualità della tradizione letteraria italiana, ma invita i letterati italiani a rivalutare, adeguare le idee, la lingua e la letteratura italiana alle nuove necessità culturali e sociali del presente. La letteratura del Risorgimento è per Berchet “poesia dei vivi” che ha come fonte primaria il vero e la storia.

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“Primo romanticismo”

 

Il primo romanticismo, che si svolse dal 1815 al 1848, cioè dal congresso di Vienna alla prima guerra d’indipendenza, aveva avuto carattere patriottico, educativo e morale. Gli scrittori si erano impegnati a risvegliare negli italiani la coscienza nazionale, a ispirare in essi l’amore per la libertà e l’indipendenza della patria. Tutta la letteratura del primo Romanticismo rispecchiò le speranze, i sacrifici e gli eroismi dei patrioti del primo Risorgimento. Importanti scrittori e patriotti furono Giovanni Berchet, Goffredo Mameli, Silvio Pellico, Giuseppe Mazzini, Giuseppe Garibaldi che hanno onorato non solo la storia letteraria con le loro opere, ma anche la storia civile d’Italia con la loro azione. Molto importanti furono anche i tre grandi scrittori, Ugo Foscolo, Giacomo Leopardi e Alessandro Manzoni che oltre ai temi del Romanticismo trattarono anche temi patriottici e civili: Foscolo “nell’Ortis” e “nei Sepolcri”, Manzoni nel “il cinque maggio”, “Marzo 1821” e “I promessi sposi”, Leopardi nelle Canzoni Civili.

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Giovanni Berchet è nato nel 1783 ed è stato un poeta, scrittore e traduttore, tra gli esponenti più significativi del romanticismo. Nel 1816 fu l’autore del più famoso manifesto del romanticismo italiano, ovvero la “Lettera semiseria di Grisostomo al suo figliolo”. Nel 1818 fece parte del gruppo che fondò il Conciliatore. Due anni dopo si iscrisse alla Carboneria, coltivando contemporaneamente la passione politica e quella letteraria. Partecipò ai moti del 1821 e per sfuggire all’arresto fu costretto ad andare in esilio prima a Parigi, poi a Londra e infine in Belgio. Partecipò alle cinque giornate di Milano del 1848 e lottò con tutti i mezzi possibili per il raggiungimento dell’unità d’Italia. Mori nel 1851.

Giuseppe Garibaldi è nato a Nizza nel 1807 ed è stato un generale, condottiero e patriota italiano. È considerato una delle figure più importanti del Risorgimento italiano. È chiamato anche l’eroe dei due mondi per le sue imprese militari sia in Sud America sia in Europa. Partecipò alle cinque giornate di Milano con Mazzini e Mameli, con i quali nel 1849 difende la repubblica romana. Nel 1860 fu a capo della spedizione dei mille. Partecipò alle guerre di indipendenza. Morì nel 1882.

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Giuseppe Mazzini è stato un patriota, politico e giornalista italiano. Esponente del patriottismo risorgimentale, le sue idee e la sua azione politica contribuirono in maniera decisiva alla nascita dell’Unità d’Italia. È nato a Genova nel 1805 e dopo i moti del 1821 ha iniziato a sviluppare l’idea che era necessario lottare per la libertà della patria. Nel 1827 divenne membro della Carboneria. Nel 1831 ha dato vita alla Giovine Italia, un’associazione politica che aveva come obiettivo quello di riunire gli stati italiani in una sola Repubblica e liberare il popolo italiano dagli invasori stranieri. Le condanne subite in diversi tribunali d’Italia lo costrinsero però alla latitanza fino alla morte. Dopo aver vinto per ben tre volte le elezioni per i nuovi deputati del parlamento di Firenze, rifiutò l’incarico perché non voleva giurare fedeltà allo statuto Albertino. Morì nel marzo del 1872. Le teorie mazziniane furono molto importanti per la nascita dei moderni movimenti europei per l’affermazione della democrazia attraverso la forma Repubblicana dello Stato. Infatti Mazzini affermava che tutti i popoli avevano il diritto di libertà e quindi era un loro diritto quello di riconquistare la loro patria anche attraverso la rivoluzione. Proprio per questo, secondo lui, il popolo italiano doveva lottare contro l’Austria per la loro libertà e anche per la creazione di una nuova Europa unita e democratica. Inoltre affermava che l’unica forma giusta di governo fosse la Repubblica nella quale si esprimeva in tutta la sua pienezza la volontà del popolo.

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“Secondo Romanticismo”

 

Intorno al 1850 gli entusiasmi patriottici diminuirono a causa della sconfitta subita a Novara nella prima guerra d’indipendenza. Questa sconfitta provocò scoraggiamento e delusione, tramontava il “mito mazziniano” che aveva portato il popolo alla ribellione, e ad esso subentrava la politica realistica di Cavour. Il risorgimento si configurava sempre più come un processo di espansione dinastica del Piemonte verso le altre regioni d’Italia, e non più, secondo l’ideale mazziniano, come moto spontaneo di un popolo, che coinvolge nella lotta tutti gli strati sociali. La crisi degli ideali risorgimentali ebbe i suoi effetti anche nella letteratura, in cui vediamo emergere in primo piano un Romanticismo debole e sentimentale, che sostituisce, in gran parte, i valori patriottici e civili del primo Romanticismo.

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Importanti poeti del secondo Romanticismo furono Giovanni Prati e Aleardo Aleardi. Le loro opere, molto sentimentali, ebbero particolare successo tra il pubblico femminile, aristocratico e borghese, di quegli anni.

 

Giovanni Prati nato nel 1815, fu un patriota che subì persecuzioni sia da parte degli Austriaci per il suo patriottismo, sia da parte dei repubblicani per le sue simpatie verso Casa Savoia. Compiuta l’unità d’Italia fece parte del consiglio superiore della pubblica istruzione e nel 1876 fu nominato senatore. Scrisse numerose raccolte di liriche e alcune novelle in versi, fra cui “l’Edmengarda”. Importanti sono anche le poesie delle ultime due raccolte, “Psiche”(1876) e “Iside”(1878), per la maggiore maturità di pensiero e solidità di struttura.

Aleardo Aleardi nato a Verona nel 1812, fu un patriota molto attivo nelle lotte per l’indipendenza dell’Italia. Infatti partecipò alla difesa di Venezia del 1849, fu arrestato nel 1852 a Mantova e dopo l’armistizio di Villa Franca nel 59 fu imprigionato nella fortezza di “Josephstadt” in Baviera. Morì nel 1878. Le sue opere più celebri sono: le “Lettere a Maria” (1846), un lungo colloquio d’amore, e i poemetti “Il monte Circello” e “Le antiche città italiane marinare e commercianti” del 1856.

 

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“Il Canto degli italiani”

 

Il Canto degli Italiani conosciuto anche come Fratelli d’Italia e inno di Mameli, è un canto risorgimentale scritto da Goffredo Mameli e musicato da Michele Novaro. È costituito da sei strofe e da un ritornello che viene cantato alla fine di ogni strofa. Questo canto fu molto popolare durante il Risorgimento, anche se dopo l’Unità d’Italia(1861) come inno fu scelto il brano della Casa Savoia perché l’Inno di Mameli era considerato poco conservatore rispetto alla situazione politica. Dopo la seconda guerra mondiale l’Italia diventò una Repubblica e il Canto degli italiani venne scelto il 12 ottobre 1946 come inno nazionale provvisorio. Infatti nel corso dei decenni ci sono state varie “discussioni” se accettarlo come canto nazionale oppure no, fino a che il 4 dicembre 2017 c’è stata l’ufficializzazione del “Canto degli italiani” come inno nazionale italiano.

https://youtu.be/WBCEsNUYKjk

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“GOFFREDO MAMELI”

 

Goffredo Mameli nacque a Genova il 5 Settembre 1827. La sua formazione letteraria fu influenzata da vari intellettuali genovesi. Si iscrisse all’Università di Genova e si avvicinò agli ideali di Mazzini. Già durante la sua giovinezza manifestò le proprie capacità letterarie, componendo poesie in un stile romantico che poi arricchì anche di spunti politici. Nel settembre dello stesso anno compose l’inno “Il Canto degli italiani” che poi divenne l’Inno nazionale della Repubblica Italiana. Dopo aver conosciuto Mazzini, partecipò ad alcune rivolte del movimento risorgimentale. Nel febbraio del 1848 partì, con trecento volontari, verso Milano per aiutare i patrioti lombardi contro il dominio austriaco. Dopo la rivolta Mameli tornò a Genova, dove venne in contatto con Garibaldi. Nel gennaio del 1849, dopo la fuga di Pio IX da Roma, fu attivo a Roma dove combatté al fianco di Garibaldi per difenderla dall’assedio francese. Proprio a Roma il 3 giugno 1849 venne ferito alla gamba sinistra e il 6 luglio morì, dopo aver subito l’amputazione della gamba, a soli 22 anni.

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