Una corona sotto l’albero di Natale

Un’insolita giornata per un contadino

Enrico

Quella vigilia di Natale iniziò come tutte le precedenti. Una giornata quasi ordinaria, ma nessuno poteva immaginare cosa sarebbe successo in poche ore.
Mi alzai e uscii di casa per dirigermi al mercato.

Le strade e la piazza erano gremiti di gente, tutti indaffarati per i preparativi dell’indomani. D’altronde sarebbe stato il giorno della nascita di Cristo, e da consuetudine cristiana, si festeggiava con generosi banchetti e tanta compagnia.

La confusione dovuta a questo avvenimento venne aumentata dai vari curiosi che cercavano di sapere qualcosa in più sui fatti da poco avvenuti.

Il popolo ne sapeva sempre una più del diavolo, e quale posto migliore per avere informazioni, se non dove si trova più gente possibile?

Nonostante il mio obiettivo della mattinata fosse procurarmi del cibo, passando da un venditore all’altro, riuscii involontariamente a sentire qualche pettegolezzo qua e là: l’argomento principale sembrava essere l’arrivo in città del Papa con una scorta al seguito, che aveva terrorizzato coloro che fino a quel momento avevano dato voce alle accuse nei suoi confronti.

Alcuni la descrivevano come un’azione codarda, altri come strategia; dipende dai punti di vista.
Cercando di non fare troppo caso a queste dicerie, continuai le mie compere, ma senza grandi risultati.

Vidi una massa di gente vicino la Chiesa; ”Una delle solite manifestazioni” pensai, quindi la cosa non mi pesò molto.
Pian piano però, sempre più gente iniziò a muoversi verso quel luogo, e, incuriosito, andai con loro.

Tutti sgomitavano per cercare di capire qualcosa, chi diceva di aver visto un intero esercito, chi affermava di aver addirittura visto Carlo Magno… Ma non era possibile, giusto? Carlo Magno abitava in qualche castello verso Nord, cosa avrebbe mai potuto fare qui?

Trovai tuttavia subito le risposte alle mie domande, quando vidi un’insegna dall’aspetto piuttosto regale e di cui non conoscevo l’appartenenza.
Perdendo interesse, mi diressi verso casa.

Un mio giovane conoscente di all’incirca 15 anni, mi chiamò ad alta voce “Enrico! È Carlo Magno! Il Papa lo deve incoronare!”.
Molteplici domande mi frullarono in testa per tutto il cammino verso casa;

Sarà vero? Perché dovrebbe essere incoronato?

Poco dopo ritornai in me; chi crederebbe alle fantasie di un ragazzino?

L’impresa più ardua di tutte

Carlo

Per il popolo, quel 24 Dicembre dell’800 era una vigilia di Natale qualunque.

Tutto si svolgeva normalmente: i bambini giocavano per strada, i mercanti vendevano le proprie merci, i cittadini chiacchieravano tranquillamente.

Tra queste dicerie, però, sentii una determinata frase: “È Carlo Magno! Il Papa lo deve incoronare!”. Quasi nessuno prese sul serio quelle parole e io non potei biasimarli, neanch’io riuscivo a credere a ciò che di li a poco sarebbe accaduto.

Nonostante avessi combattuto grandi battaglie come quella contro gli Arabi, e sottomesso immensi popoli, il pensiero dell’imminente cerimonia era riuscito a scombussolarmi come nient’altro prima d’ora.

Quella sera sarei diventato imperatore del nuovo Impero.

L’ansia mi assaliva, non riuscivo neanche a realizzare quanto grande sarebbe stato il cambiamento che la mia vita avrebbe subito da lì a poche ore.

Per distrarmi avevo tentato ogni metodo possibile, ma nemmeno la mia abituale battuta di caccia era riuscita a calmarmi. L’unica cosa che mi aiutò, fu la mia fede. Mi diressi alla lapide di San Pietro, dove mi inginocchiai e pregai il principe degli Apostoli di indicarmi la retta via.

Dopo aver finito le preghiere, mi alzai e mi recai alla mia dimora. I servitori mi circondarono immediatamente, preoccupati di vestirmi in tempo per la grande Messa.

Nel frattempo la mia mente viaggiava velocemente: Mi meritavo veramente tutto questo? Era una scelta saggia affidarmi un tale potere?

Questi pensieri mi rimbombarono nella testa per ore, finché non udì un forte scampanìo e tornai alla realtà, pronto per affrontare il momento più importante della mia vita.

Una Messa speciale

Leone III

Avevo ragionato molto sulle sorti di questa incoronazione, e fino al giorno dell’evento ero stato indeciso sul da farsi.

Carlo si era rivelato un sovrano modello, aiutandomi nel momento del bisogno; ed era stato un assiduo frequentatore della Chiesa, dimostrando una personalità curiosa e desiderosa di imparare.

Nonostante questo, l’azione che avrei dovuto compiere di li a poco era davvero coraggiosa; continuavo a chiedermi se un uomo così influente sarebbe potuto essere un pericolo per me e soprattutto per l’Impero.

Ma alla fine, mi resi conto che solo così avrei potuto avere maggiore controllo sul trono e assicurarmi che l’Impero non cadesse nelle mani sbagliate.

Il suono delle campane della Chiesa mi risvegliò dai miei pensieri; era arrivato il momento di prepararmi per il grande evento e accogliere i fedeli.

Al mio arrivo la Chiesa era già piena di uomini di ogni tipo; ricchi, poveri, bambini e anziani. Tutti erano consapevoli dell’importanza dell’evento a cui avrebbero assistito da li a poco.

Quando il futuro imperatore varcò la soglia, tutti gli occhi dei presenti si spostarono su di lui.

Con lo svolgimento delle varie funzioni, aumentò anche l’agitazione  generale,    fin quando non arrivò il momento che tutti stavano aspettando: con molti dubbi e mille speranze, presi la grande corona d’oro alle mie spalle e la sollevai davanti al popolo.

Incrociai lo sguardo del futuro Imperatore e ci scambiammo una promessa silenziosa, prima di posare la corona sul suo capo.

La voce di Enrico si unì a quella di altri migliaia di sudditi per esclamare tre volte: “A Carlo, augusto, coronato da Dio, grande e pacifico imperatore dei romani, vita e vittoria!”